TRACCIA
UN DIALOGO TRA GENERAZIONI ATTRAVERSO IL DISEGNO
UNA MOSTRA PADRE/FIGLIA SULLA FAMIGLIA COME SPAZIO POLITICO
Dall’1 agosto al 26 ottobre 2025 sarà in esposizione traccia: un dialogo tra generazioni attraverso il disegno.
Traccia : un dialogo tra generazioni attraverso il disegno è una mostra a quattro mani, in cui a far riconoscere un padre e una figlia come tali è la personale propensione a declinare la progettualità e la creatività in due percorsi autonomi – quello di architetto e quello di artigiana – per raccontare un microcosmo familiare non come eternata ritualità di gesti e attitudini, alla maniera di Natalia Ginzburg nel suo Lessico familiare, ma come avrebbe fatto Ivan Turgenev in Padri e figli, una delle opere della letteratura russa più acclamate dell’Ottocento. Perché ogni figlio può deliberatamente scegliere di essere o meno un genitore, ma nessun genitore può prescindere dall’essere stato figlio a sua volta e, come nel libro di Turgenev, solo un figlio può scegliere cosa tenere con sé di ciò che riceve – consapevolmente o inconsapevolmente – da chi lo ha preceduto e se tracciare o meno una continuità temporale tra passato e futuro”.
Una mostra dunque sulle eredità familiari e sulla ricerca della propria identità al di là del ruolo di genitore o di figlio. “Del romanzo di Turgenev” è riportato ancora nelle note di curatela, “si prende in prestito anche l’accezione di famiglia come spazio politico in costante tensione tra compromesso e libertà, tra tradizione e progresso, perché un rapporto genitore/figlio ha molto più a che fare con il confronto tra diversità che non con le somiglianze fisiognomiche. La stessa legge italiana impegna ogni genitore a mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni (artt. 147 e 315 bis c.c.). Un principio che non guarda al possesso e alle rassomiglianze, ma alla necessità di intendere il figlio come un oggetto giuridico diverso da sé, già dotato di una propria autonomia di scelta e azione, ravvedendo nella famiglia il nucleo primigenio di ogni comunità.
Ti presentiamo gli autori
LUIGI FRANCIOSINI
“Non ho mai avuto ambizioni artistiche così da esplorare un linguaggio libero, espressione di una ricerca formale ed estetica, fuori dell’interesse suggerito dall’architettura. Una posizione maturata dalla convinzione che la disciplina dell’architettura (non quella dai confini vaghi e sbiaditi) si descriva in un’area disciplinare autonoma, i cui principi, dottrine e applicazioni si identificano all’interno di un campo del sapere composito e articolato, fisiologicamente evolutivo, ma storicamente chiaro e culturalmente identificato.
Questa affermazione risulta tanto più evidente tanto più si sperimenta il fare, con la piena e responsabile consapevolezza della complessità dell’agire nel mondo delle cose reali.
Così il mio modo di rappresentare si libera solo raramente dal soggetto architettonico, rimanendo aderente ed integrato all’interno del processo conformativo della cosa che vado pensando e cercando come architetto.
Percepisco l’insidia del disegno di compiacimento, ridondante, ripetuto, autoreferenziale, di maniera, avvizzito dalla consuetudine che, di volta in volta, disegno dopo disegno, carnet dopo carnet, si appaga degli effetti e delle abilità senza avvertire l’indispensabile condizione del dubbio, di quell’incedere incerto, interrogativo, che tenta provando.
Direi quindi che la mia ricerca formale, sperimentata attraverso il disegno (espressivo, descrittivo, narrativo o tecnico), è per la maggior parte dei casi confinata entro i limiti dettati dalla concretezza del tema di progetto, in cui ragioni formali, tecnico-costruttive e aderenza al programma cercano di farsi organismo, totalità razionale.
Non credo di avere le caratteristiche (una formazione accademica, artistica, una familiarità, perfino una volontà) per presentare oggi, in questa sede, gli esiti di una esperienza sul disegno al di fuori da quella suscitata dal mestiere di architetto, direi operante.
Sono convinto, però, che all’interno di questo percorso di conoscenza della forma architettonica, e delle sue complesse relazioni, all’interno di quell’esercizio di comprensione dei nessi logici tra elementi e parti costituenti, parallelamente alla scoperta di come la forma debba esser fatta, ci sia uno spazio del tutto inventivo, libero, creativo, trasversale, che raccoglie stimoli che animano il nostro essere nel mondo e il nostro agire come artefici”.
Luigi Franciosini, Sul disegno di architettura: piccole nozioni a margine
Luigi Franciosini è professore ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana presso il Dipartimento di Architettura di Roma Tre. Ha conseguito la laurea ed il Dottorato in Architettura presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma La Sapienza. È stato Visiting Professor presso La Carnegie Mellon University di Pittsburgh-USA ed ha insegnato presso altre istituzioni universitarie italiane e estere. Dal 2013 è fondatore del Dottorato Architettura, Innovazione e Patrimonio dell’Università degli Studi Roma Tre e dal 2018 è membro del Centro de Estudos de Arquitectura e Urbanismo (CEAU-FAUP). Da molti anni si interessa di temi che vedono l’architettura confrontarsi con l’archeologia e il paesaggio antico, sia nella didattica che nella ricerca che nel campo della professione. Per la sua attività di progettista ha ricevuto premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.
SOFIA FRANCIOSINI
Sofia Franciosini nasce a Roma nel 1992. Dopo una laurea in Progettazione Architettonica all’Università di Roma Tre conseguita nel 2018 con una tesi disegnata interamente a mano incentrata sul recupero dell’area archeologica a Tuscania, grazie alla quale ha vinto il secondo per il concorso AR/PA Di Valladolid per i temi di Proyectos de protección e intervención en paisajes culturales .
Dopo due anni negli studi di architettura nel 2020 inizia a sperimentare un uso più personale e creativo del disegno. Il rigore della rappresentazione tecnica si apre progressivamente a una dimensione più libera, illustrativa e decorativa.
Nel 2021 fonda asimplepattern, un progetto artigianale che unisce illustrazione, grafica e cucito. Da un primo nucleo legato alla cartoleria — quaderni, agende, segnalibri — asimplepattern si espande alla produzione di borse e accessori tessili, tutti realizzati a partire da pattern originali disegnati a mano.
Ogni disegno nasce su carta: forme e segni si ripetono fino a creare motivi visivi che spaziano dall’architettura alla natura, passando per geometrie, animali, fiori, ritratti e frutti — con una particolare attenzione agli agrumi di Sicilia, terra d’adozione dell’autrice.
I pattern vengono stampati su tessuti naturali o carte selezionate, per diventare oggetti d’uso quotidiano: pezzi unici, colorati, pensati per portare leggerezza e carattere nella vita di tutti i giorni.
Dietro al progetto c’è un lavoro interamente manuale e indipendente: Sofia disegna, rilega, stampa, cuce, rifinisce e impacchetta ogni prodotto con cura. Il suo approccio unisce la precisione del progetto architettonico a una pratica artigianale sperimentale, fatta di tecniche in evoluzione e di un’estetica in costante trasformazione.
Rassegna Stampa
Mostra "Traccia: un dialogo tra generazioni attraverso il disegno"

